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Celiachia, cos’è: sintomi e diagnosi.

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In che modo il lavoro di un nutrizionista può essere d’aiuto in patologie specifiche come la celiachia, cosa può essere fatto quotidianamente per arginare un problema che colpisce l’1% della popolazione, quali abitudini sane acquisire?

Partiamo col dire che la celiachia è una malattia autoimmune provocata dal glutine, una proteina che troviamo in cereali come frumento, segale, farro, orzo e naturalmente nei prodotti ottenuti con la loro lavorazione.

Nel momento in cui un celiaco ingerisce alimenti con glutine l’intestino tenue si infiamma.

Anche quantità di glutine molto piccole possono provocare seri disturbi, facendo regredire i villi intestinali e danneggiando la mucosa intestinale che non sarà più in grado di metabolizzare a sufficienza le sostanze nutritive, generando quindi malnutrizione.

Celiachia, sintomi

Distinguiamo tre forme di celiachia: classica, sintomatica, subclinica. Si differenziano per il diverso grado di intensità della malattia, ma sono tutte caratterizzate da un danneggiamento della mucosa dell’intestino tenue.

Se siamo celiaci, come ce ne accorgiamo?

Vi sono dei sintomi ben precisi, come ad esempio disturbi gastro-intestinali come diarrea, gonfiore addominale, dolori addominali, nausea e vomito.

Ma campanelli d’allarme possono essere anche la perdita di peso, di energie o di appetito, una carenza di ferro con anemia, osteoporosi, carenza di vitamine e/o di minerali.

Importante riconoscere la celiachia nei bambini. Questa si sviluppa nei primi anni di vita, nel momento in cui dal latte materno si passa ai cibi con glutine. Se diagnosticata in ritardo può portare a crescita e sviluppo non corretti.

La corretta diagnosi per la cealichia

Al primo campanello d’allarme o sospetto è quindi fondamentale recarsi subito dal medico. La diagnosi viene eseguita attraverso un esame del sangue volto a rilevare la presenza degli anticorpi anti-transglutaminasi della classe IgA e la concentrazione di IgA nel siero. Altro esame riguarda gli anticorpi anti-endomisio (EMA).

Una volta individuati gli anticorpi è necessaria una biopsia dell’intestino tenue.

Ricordiamo che la celiachia è spesso ereditaria. Quindi nel caso in cui una persona dovesse scoprire di essere celiaco, è raccomandabile far effettuare i test anche ai parenti diretti.