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L’alimentazione nell’età adolescenziale

nutrizionista adolescenza agropoli

Una delle fasi più importanti della vita di ogni essere umano è quella adolescenziale. Un momento di grande cambiamento perché è il periodo in cui la nostra massa fisica aumenta di più.

Ma anche anni particolarmente delicati da un punto di vista psicologico, in cui proprio l’alimentazione gioca un ruolo importantissimo, soprattutto per le ragazze.

Partiamo col dire che l’alimentazione nell’adolescente ha il compito di far crescere, prevenire le malattie cui potremmo imbatterci in età adulta (come osteoporosi e obesità), definire corrette abitudini a tavola.

Quindi man mano che si cresce muterà anche lo stesso fabbisogno, più ridotto quando si è bambini, più importante quando si diviene adulti.

 

Partiamo da un assunto di base, ovvero prediligere l’alta qualità degli alimenti e diversificare.

Nel corso degli ultimi anni è stato abbandonato il sistema basato sul calcolo delle calorie per prediligere una maggiore “libertà”.

Perché se è vero che l’adolescente ha bisogno di mangiare di più può farlo semplicemente aumentando le porzioni degli alimenti che più apportano benefici all’organismo, basandosi anche sulle abitudini alimentari della famiglia piuttosto che su rigidi schemi.

Di certo dovranno essere banditi i cibi spazzatura, così come dovrà essere prestata attenzione all’apporto di vitamine e minerali come calcio e ferro.

Il primo perché è essenziale per completare la struttura ossea, il secondo perché è importante per il ciclo mestruale delle ragazze.

 

Possiamo agire sull’apporto di calcio mangiando più latticini e formaggi (rischiando però di assumere anche troppe calorie), scegliendo frutta secca, semi di sesamo, crucifere, arance o un’acqua con un buon contenuto di calcio.

Per assumere più ferro, invece, possiamo puntare su vongole, legumi, verdure a foglia verde, cacao amaro.

Ricordiamo infine che il ferro dei vegetali è assorbito meglio se è completato da vitamina C: basterà ad esempio condire la verdura con un buon succo di limone.

Per ciò che riguarda poi le porzioni è utile ricordare come l’alimentazione di un adolescente è simile a quella di un adulto.

Aumentiamo invece le porzioni nelle fasi di crescita veloce o nei casi in cui l’adolescente pratica forte attività sportiva.

 

Un discorso a parte merita la componente psicologica, particolarmente importante durante l’età adolescenziale.

Nutrizionista e famiglia devono agire molte volte prima sulla psiche che non sull’alimentazione vera e propria.

Questo perché l’adolescente sente di poter fare da sé o manifesta atteggiamenti ribelli che portano a rifiutare quanto “imposto” dagli adulti facendolo virare sul classico cibo spazzatura e sul consumo di pasti fuori orario.

Inoltre gli impegni scolastici ed extrascolastici rendono più difficile il controllo da parte dei genitori dell’alimentazione dei figli, con il risultato che se non si è ben seminato in età infantile diviene difficile apportare correzioni.

Soprattutto fra le ragazze, poi, possono svilupparsi comportamenti ossessivi che rischiano di sfociare in anoressia o bulimia.

Importante è quindi che gli adulti riescano subito a riconoscere sensazioni di malessere percependo campanelli d’allarme come eccessiva selettività nella scelta dei componenti dei pasti, ossessione per cibi biologici e naturali, abuso di junk food o di alcool, diete fai da te.